Il pugilato (o boxe) è una delle più antiche forme di sport di combattimento conosciuto. Si trovano testimonianze di pratiche simili alla boxe moderna anche in produzioni di vasellame dell’antica Grecia e della produzione sumera e mediorientale. Ciò non è affatto strano in quanto l’arte della guerra era anticamente una materia molto importante e gli sport di combattimento facevano strettamente parte dell’educazione dei giovani; anche nelle letterature greca e latina, infatti, non è raro trovare riferimenti a queste attività.
E’ sport olimpico sin dalle antiche olimpiadi (VI secolo) e da allora ha sempre fatto parte dei giochi tranne per un breve periodo nel medioevo in cui l’imperatore Teodosio ne vietò la pratica. Nella forma moderna si può dire che il pugilato nasce nel XVIII secolo in Inghilterra, quando ci si stacca da una pratica prettamente cruenta per dare spazio a un vero e proprio sport che premiasse, insieme alla potenza, anche la tecnica di combattimento.
L’incontro di pugilato si svolge, oggi, in un quadrato (chiamato ring) di lato variabile tra i 5 ed i 6 metri ed è disputato da due pugili che combattono l’uno contro l’altro colpendosi unicamente con pugni chiusi nell’area del tronco che va dalla cintura fino al volto. Vince chi resta in piedi, mandando al tappeto l’avversario per un tempo pari circa a dieci secondi o, se ciò non avviene per tutta la durata dell’incontro, chi riesce a sferrare un maggior numero di colpi efficaci.
Una giuria è chiamata a computare numericamente i colpi inferti dai pugili ed a giudicare l’andamento del match. L’incontro è inoltre supervisionato e regolamentato da un arbitro che può interromperlo in qualsiasi momento, se uno dei contendenti non è più in grado di sostenere lo scontro. In questo caso la vittoria andrà all’altro concorrente.
La durata dell’incontro varia dalla federazione che lo organizza, le categorie dei pugili e la tipologia di incontro; ad ogni modo tutti gli incontri di pugilato si svolgono in più riprese (rounds), che variano di numero da un minimo di tre ad un massimo di quindici, della durata di due o tre minuti intervallate da breaks in cui ogni pugile può riposarsi ed eventualmente essere medicato.
Per limitare i possibili danni derivanti dai colpi inferti vengono usati, nelle competizioni ufficiali, degli strumenti di protezione:
- i guantoni: protezioni di pelle imbottita da indossare nelle mani;
- il paradenti: protezione che attutisce l’impatto dei colpi alla figura;
- la conchiglia: protezione per i genitali maschili da colpi involontari inferti sotto la cintura;
- il casco: protezione per il volto e la testa previsto nelle gare giovanili e nelle competizioni olimpiche.
La Nazionale Italiana di pugilato è una delle squadre più rappresentative a livello mondiale, con una tradizione di campioni che si perpetua dal professionista Primo Carnera, fino ai maggiori esponenti del pugilato olimpico odierno come Roberto Cammarelle, Clemente Russo, Mirko Valentino e Vincenzo Picardi.
La preparazione di un boxeur è molto impegnativa dal punto di vista fisico e psicologico. Ciò che occorre allenare, dal punto di vista strettamente fisico, sono: potenza, agilità e resistenza. Per questo gli allenamenti di un pugile alternano a sedute strettamente aerobiche sessioni di sviluppo della potenza (sollevamento pesi e altre discipline simili) e allenamenti con scatti ripetuti e in cui si sviluppa l’agilità. Tutto ciò non può essere disgiunto da sessioni di tecnica in cui il pugile affina il suo stile di combattimento e di studio dell’avversario.
Oltre a questo il pugile deve tener conto del suo peso poiché ogni federazione pugilistica divide gli atleti in base a questo parametro per evitare squilibri di forza tra i combattenti.
Da tutto ciò deriva che l’alimentazione del pugile deve essere estremamente bilanciata in tutti i macro e micronutrienti: l’apporto proteico nella dieta di questi atleti deve essere importante per fornire nutrimento alle masse muscolari; è altrettanto importante bilanciare l’apporto di carboidrati per fornire energie sufficienti allo sforzo fisico senza esagerare per evitare formazioni di accumuli adiposi e quindi di aumento di peso indesiderato.
Nella preparazione atletica del pugile è utile supplementare, nella fase di carico, creatina per fornire reattività muscolare e amminoacidi ramificati per apportare nutrimento alle masse muscolari. E’ altrettanto utile, in gara, assumere piccole aliquote di integratore glucidico-salino insieme ad alcuni specifici integratori (es eleuterococco, ginseng caffeina, ecc). L’apporto di tali nutrienti coadiuva, oltre al resto, il mantenimento di un alto livello di concentrazione.