Può sembrare strano, ma quando un appassionato podista ha poco tempo per allenarsi possono essere sufficienti trenta minuti al giorno per costruire una buona condizione atletica.
Dopo le prime sedute, per le quali è necessario assicurarsi la migliore riattivazione dell'organismo, è utile iniziare a variare le andature. Con il tempo e con la “pratica” sarà possibile iniziare a modulare gli sforzi in modo tale da imparare ad utilizzare le proprie risorse durante l'attività e nell'importantissima (ma spesso sottovalutata) fase di recupero.
Quando ci siamo messi alle spalle le prime settimane di lavoro, possiamo iniziare ad
aumentare, in modo lento (ma costante e progressivo),
le ripetizioni e i ritmi. In questo modo renderemo possibile l'adattamento dell'organismo, sia a livello meccanico che a livello funzionale.
Si osserverà, infatti, che la fase di riattivazione produce un iniziale e crescente affaticamento, che però inizia a diminuire dopo un certo tempo, fino a quando si arriva a fare sempre meno fatica. Quando questo accade significa che la semplice corsa a ritmo lento non è più utile al progredire del proprio stato di forma, motivo per cui è utile iniziare a cambiare la tipologia e il carico di allenamento un paio di volte alla settimana, ad esempio inserendo cambi di velocità per tratti non troppo lunghi.
All'inizio la mancanza di sensibilità al giusto ritmo di corsa e all'intensità dello sforzo da mettere nelle variazioni di velocità saranno inadeguate ma, con la pratica, si ridurrà la fatica in questa direzione.
Imparare a gestire le proprie energie è fondamentale se si vuole evitare di iniziare la seduta con variazioni di ritmo eccessivamente rapide!
Una menzione particolare deve essere fatta per il cosiddetto “
recupero attivo”.
Durante le pause tra le andature veloci è utile riuscire a coprire correndo a ritmo lentissimo almeno parte del tempo di pausa tra le ripetute. Quando non si è in grado di farlo, possiamo recuperare “al passo”, purché si riprenda a correre al più presto.